SIGNIFICATO CLINICO
Studi epidemiologici hanno da tempo chiaramente dimostrato una associazione inversa tra la malattia coronarica e la concentrazione nel siero del colesterolo legato alle lipoproteine ad alta densità (HDL o High Density Lipoprotein). Le HDL sono formate prevalentemente da proteine (vedi apolipoproteina A) e hanno un basso contenuto relativo di colesterolo.
Un aumento del colesterolo HDL sierico può essere dovuto a iperlipoproteinemia familiare o secondaria, ad una serie di disordini quali cirrosi biliare primitiva, epatite cronica, alcolismo, altre intossicazioni croniche.
Una diminuzione del colesterolo HDL nel siero può essere dovuta a ipolipoproteinemie, diabete scompensato, disordini epatocellulari, colestasi, sindrome nefrosica, insufficienza renale cronica.
INDICAZIONI CLINICHE
Valutazione del rischio di malattie ischemiche cardiovascolari. Sorveglianza nei regimi dietetici e in corso di terapia ipocolesterolizzante.
TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.
PREPARAZIONE
È necessario osservare un digiuno di 12 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua. Si raccomanda, nei giorni che precedono il prelievo di mantenere una dieta quanto più possibile abituale.
VALORI DI RIFERIMENTO
Rischio vascolare aumentato per valori inferiori a 35 mg/dL
NOTE
Un reale aumento del colesterolo HDL sierico può essere dovuto, in vivo, a terapie con carbamazepina, cimetidina, estrogeni, statine, fenobarbital, fentoina oltre alla perdita di peso in individui obesi, l’esercizio fisico e un uso moderato di alcol.
Valori alti di trigliceridi possono provocare una diminuzione del colesterolo HDL.
Una reale diminuzione del colesterolo HDL sierico può essere dovuta, in vivo, a terapie con androgeni, beta-bloccanti, diuretici, interferone, interleuchina, progestinici oltre al fumo e a diete ad alto contenuto di grassi saturi e colesterolo. Un aumento della concentrazione totale di colesterolo nel siero è normalmente (ma non necessariamente) associato ad una diminuzione relativa del colesterolo HDL. Per una corretta valutazione del rischio di infarto miocardico è pertanto consigliabile considerare il colesterolo LDL o, meglio ancora, valutare le frazioni delle LDL, specialmente le più piccole.